giovedì 24 luglio 2008

Altre riflessioni sulla religione

Mi sono accorto di aver commesso molti errori nel post precedente sulla religione e di essere stato piuttosto superficiale, cerco di rimediare con queste altre riflessioni:

Credo che per affrontare la questione dell'esistenza di un Dio definito dai teisti sia necessario avere chiari alcuni concetti: le caratteristiche del Dio in questione sono principalmente tre e sono l'onnipotenza, l'onniscenza e la totale benevolenza; nel mondo esiste il male; il termine “ateismo” designa la posizione in antitesi solo col teismo come dimostra l'alfa privativa.


Volendo esaminare l'argomento con spirito logico e razionalista, e per fare questo bisogna avere un'altra fede e che consiste nel credere che ci sia un ordine logico nell'universo, ci si accorge che tutti gli argomenti che tentano di dimostrare l'esistenza di un Dio sono per niente convincenti.


Quello teleologico si arrampica su un'analogia debole e impossibile contraddetta dalla teoria evoluzionistica di Darwin e che se presa per buona potrebbe portare addirittura a una sorta di prova del politeismo! L'argomento cosmologico o della causa prima si contraddice da solo perché, sostenendo che tutto abbia una causa, non è chiaro quale sia l'origine di Dio. Si trovano facilmente errori nella prova ontologica di Anselmo d'Aosta: semplicemente l'esistenza non è una proprietà inclusa nella definizione di un qualcosa, anche se perfetto, in quanto definendolo si indicano le sue caratteristiche che si potranno riscontrare se questo qualcosa esiste realmente (definendo una cosa in un certo modo si sottintende la frase “se questa cosa esistesse sarebbe fatta in tal modo”). Secondo la logica errata di questo argomento si potrebbe dimostrare l'esistenza di qualunque cosa, basterebbe definirla come esistente!


Se ci fermassimo qua sembrerebbe che non ci sia alcuna prova a favore delle due dottrine e che quindi la posizione più ragionevole sia l'agnosticismo, ovvero il non potersi pronunciare definitivamente sulla questione, ma in realtà c'è un grande problema per i teisti: l'esistenza, ovvia ed evidente, del male. Questa entra in contrasto con le tre caratteristiche del Dio descritto dai teisti. Perché il male e un tale Dio possano coesistere bisognerebbe eliminare almeno una qualsiasi fra le qualità di quest'ultimo.


A mio parere le critiche rivolte al problema del male sono false e crudeli, come si può pesare che un Dio estremamente benevolo ci abbia voluto offrire un libero arbitrio o l'emergere di eroi e di santi a costo di stermini e di guerre? Resta comunque il problema del male naturale.


Chi accetta l'argomento del male nega una delle qualità di questo Dio e conseguentemente nega il teismo, ovvero sostiene l'ateismo. Chi non lo fa perde la fede della ragione e acquista quella religiosa (in questo caso teista), d'altronde se si riuscisse a trovare una prova dell'esistenza di Dio la fede verrebbe sostituita dalla conoscenza. La differenza di queste due fedi consiste in assiomi (o dogmi) diversi, la scelta è totalmente personale e non spetta a me dire quale sia la migliore, tuttavia credo che sbagli chi tenti di provare la validità del teismo con rigore logico.


Se venisse negato uno dei tre aspetti del Dio teista non avrebbe più senso parlare ne di teismo ne di ateismo e l'agnosticismo sarebbe secondo me la posizione più corretta (sempre con fede razionalista) fin quando una prova a favore della esistenza o della non-esistenza di questo Dio nuovamente definito non venisse trovata.

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